Al mercato del pesce, per due soldi, una “sardina” mio padre comprò!

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Compare l’ennesima offerta politica,  LE SARDINE. Rifiutano una identità politica, sono privi di sostanza, il loro scopo è solo quello di nascondere lo sporco sotto al tappeto.  Canalizzano il malcontento, distraggono e disinformano.

Dove risiede il vero potere!

Le trame del potere finanziario

La politica ha ormai perso ogni suo scopo. Le decisioni su come gestire la “cosa pubblica” – e su come costruire la società – non vengono prese dai nostri rappresentanti, ma dai consigli di amministrazione di grandi gruppi e multi- nazionali, come BlackRock, Goldman Sachs, JPMorgan, o direttamente a casa del “Grande Vecchio”.

La politica a livello mondiale è sempre più debole, sempre più scollegata dai reali problemi della società. Le priorità dei padroni sono diventate le nostre priorità. Ci preoccupiamo del debito pubblico, dell’inflazione, della finanza e di tante altre simili amenità, tralasciando la piena occupazione, il lavoro, la nostra salute, il futuro dei nostri figli, la qualità dei servizi pubblici.

Lasciamo che ci accusino di evadere il fisco quando i veri evasori sono ben protetti dal potere politico. Viviamo, insomma, in un mondo a misura dei padroni, di quel famigerato 1% che – a mio modo di vedere – andrebbe ridotto di altri 2 o 3 ordini di grandezza. Le istanze dei pochissimi sono diventate le priorità di tutti gli altri. È un mondo alla rovescia. Hanno reso il suffragio universale del tutto inutile, visto che il popolo non può che votare per gli emissari dei loro aguzzini.

Italia: la storia di un declino annunciato

I tedeschi confessano il loro crimine

Il processo di distruzione della politica nel nostro paese è iniziato con mani pulite, per poi trovare vette mai viste prima con il primo governo Berlusconi, al quale ha prontamente risposto la sinistra con il suo piano di smantellamento dell’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) operato da Romano Prodi. Un piano di privatizzazioni che ha devastato la nostra economia. Siamo arrivati ad oggi – ed è ormai evidente a tutti – che il nostro parlamento può decidere solo sulle sciocchezze.

La nostra politica è come una Grande Cattedrale, dove deputati e senatori possono, al massimo, fare i chierichetti… ma nulla più: le vere decisioni sono prese altrove, nell’interesse di pochi e contro l’interesse dei molti.

L’economia domina la politica

Ci raccontano enormi frottole, noi vediamo che le cose attorno a noi non vanno come dovrebbero: vediamo che l’incendio attorno a noi è sempre più vivo e crediamo a chi ci dice di spegnerlo usando la benzina, se non funziona serve altra benzina.

Se l’economia non cresce servono tagli alla spesa pubblica! Lo Stato non deve spendere: serve austerity! Questo povero mondo è nelle mani di alcuni individui che, attraverso una informazione corrotta e criminale, ed ungendo gli ingranaggi giusti, sono riusciti a controllare e dominare il mondo intero ed a rendere i loro problemi i problemi di tutti.

Arrivano le sardine: ecco l’identikit…

La BCE ci spiega quello che NON fa!

Il fenomeno delle “sardine” in Italia rappresenta senza alcun dubbio il fondo del barile. Sarà impossibile fare di peggio. Mai nella storia della nostra disgraziata Nazione si è vista una combriccola tanto patetica e penosa di autentici decerebrati. Mai nel mondo si è vista una protesta contro una forza politica all’opposizione. La nostra informazione è del tutto scollegata dalla realtà!

È una informazione profondamente infantile. Messaggi semplici, spesso falsi, con affermazioni dogmatiche e quindi prive di pensiero critico e di ogni benché minima giustificazione. Così come infantili sono tutti i partiti allineati con il potere politico, quello vero, quello che prende le vere decisioni. Così puerili da scegliere come icona dei pesci di carta (le sardine).

Non è un caso che il mainstream vada pazzo per questo fenomeno ittico. Rappresentano la loro più alta realizzazione. Il loro capolavoro, l’apice del loro successo. Le sardine operano attraverso un brusco processo di semplificazione, che anestetizza i sensi e le menti, addormentando il nostro spirito critico.

Rispondono a un ossessivo bisogno di semplificazione, tipico della mentalità fanciullesca: di qui il bene, di là il male; viva la pace, abbasso la guerra; l’unione europea è democratica.

Una rappresentazione della nostra informazione

Tutto quanto non collima con tali schemi primitivi di ragionamento va combattuto a suon di slogan; o fabbricando un mondo immaginario nel quale bisogna combattere un fascismo che non c’è ed un razzismo inesistente.

Quindi, un bambino che fa? Nega la realtà. O non se ne accorge proprio, visto che non la comprende. Il vero potere politico di cui ho parlato prima è assolutamente interessato a coltivarci e mantenerci in uno stato di incoscienza larvale. Lo stesso potere da cui ha origine “il sogno europeo”. Lo stesso che gestisce l’informazione, usata per controllarci e plasmare il nostro pensiero.  Non a caso Berlusconi diceva ai suoi di immaginare che i loro elettori fossero bimbi di 12 anni. Aveva capito tutto, anzi, gli avevano ben spiegato come funziona il mondo. Silvio non era proprio uno sprovveduto, Gelli aveva fatto bene il suo lavoro.

Le Sardine: quando, come e perché

La nostra storia inizia nel novembre del 2019 come risposta all’inizio della campagna elettorale di Salvini per le elezioni regionali dell’Emilia Romagna del 26 gennaio del 2020. Siamo a Bologna e l’assessore Matteo Lepore (che da febbraio 2017 ricopre, su delega del Sindaco, il ruolo di Presidente del Comitato di indirizzo della Destinazione Turistica Metropolitana) inizia a scrivere alcuni messaggi sul suo profilo facebook: tutto nasce con un flash mob di migliaia di persone che dovevano stiparsi, appunto, come sardine, per coprire il “crescentone” (quella pavimentazione rialzata) di Piazza Maggiore a Bologna. In modo da superare in numero (6.000) le persone che in quel momento si trovavano al PalaDozza a sentire Salvini.

Il dietro le quinte delle Sardine

I tre messaggi su FB dell’Assessore Lepore per chiamare in piazza le sardine

Scopriamo – da una intervista del loro leader (Santori) con il giornalista Ruotolo – che l’intenzione di “creare” le sardine e di chiamarsi in quel modo era precedente a quell’evento: insomma, scopriamo che nulla era stato lasciato al caso. La loro retorica è sempre la stessa. Il loro nemico è il fascismo (che non c’è), il razzismo (che non c’è), l’odio della destra, il populismo… insomma Salvini, e quella assurda pretesa del popolo di decidere per il proprio futuro.

Quella assurda pretesa che il VERO potere contrasta da sempre. Abbiamo presto capito con chi abbiamo a che fare: sono sempre loro, hanno solo cambiato abito e razza! Si definiscono apartitici, ma solo per caso appoggiano il candidato del PD alle regionali. E solo per caso faranno, di fatto, campagna elettorale per il PD. Per noi, che non siamo dei tonni… appare chiaramente che dietro c’è una imponente macchina organizzativa tutt’altro che apolitica, tutt’altro che democratica e tutt’altro che pacifica.

Il mercato del Pesce!

Nessuna bandiera né partito politico?

L’ipocrisia regna sovrana tra le sardine. Il nemico delle sardine è il popolo. Siamo noi. O meglio, quella parte di popolo che ancora resiste e ancora chiede alla politica italiana il rispetto della Costituzione italiana. Nelle loro manifestazioni di piazza le sardine non vogliono nessuna bandiera di nessun partito politico. Non solo non manifestano una identità apparente, e precisa, ma rifiutano addirittura qualsiasi identità apparente e precisa. Sono terrorizzate dalla presenza di bandiere e simboli, al punto da cacciarli dalle piazze. Soprattutto se si tratta di bandiere e simboli di chi un’identità precisa, di destra o di sinistra, ce l’ha. In primo luogo, le sardine non manifestano una identità, e rifiutano qualsiasi identità, perché non hanno nessuna identità.

Non sono nate, infatti, in contrapposizione al potere costituito – per contestarlo con l’ambizione di cambiarlo – ma in sovrapposizione allo stesso, per contrastare i veri problemi del popolo, nascosti da una retorica falsa ed ipocrita. Per farla breve, le sardine sono (molte di esse a propria insaputa) la voce del padrone; e uno strumento di conservazione. Vogliono mantenere lo status quo.

Le proto-sardine contro i pensionati

Gli va bene tutto: l’Unione europea, il MES, il fiscal compact, il ricatto dei mercati, la retorica del debito pubblico, il moralismo dello spread, il pareggio di bilancio, il vincolo esterno, l’immigrazione incontrollata. In realtà però scopriamo molto facilmente che la loro vera identità ha un nome ed un cognome: Partito Democratico. Ma che resti tra di noi, è un segreto! Altrimenti non si spiegherebbe la loro presenza su ogni organo di informazione, dalla televisione alla radio alla carta stampata.

Chi è il “capo” branco?

Mattia Santori, il capo sardina, ha 30 anni ed è un ricercatore del RIE, società che si occupa di comunicazione sociale. Il RIE è una società privata di consulenza, fondata da Romano Prodi e Alberto Clò. Quest’ultimo è membro del CdA della GeDi, società editrice di De Benedetti e della famiglia Agnelli, è il più grande gruppo editoriale italiano e controlla tra i tanti quotidiani e canali radio: Repubblica, la Stampa, Il Secolo XIX, Huffpost, l’Espresso. Ecco svelato il trucco della grande risonanza mediatica. Le sardine sono spinte dalle due famiglie più ricche e potenti d’Italia: De Benedetti e Agnelli. Questa è la loro vera identità.

I 4 amigos

Sabato 14 dicembre, a Piazza San Giovanni a Roma, le Sardine hanno annunciato il loro programma in 6 punti, non economico né sociale, ma incentrato quasi interamente sulla comunicazione e sull’uso nonché controllo dei social network.

Punto uno: pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi istituzionali a lavorare;
Punto due: chiunque ricopra la carica di ministro comunichi solo attraverso i canali istituzionali;
Punto tre: pretendiamo trasparenza dell’uso che la politica fa dei social network;
Punto quattro: pretendiamo che il mondo dell’informazione traduca questo nostro sforzo in messaggi fedeli ai fatti;
Punto cinque: che la violenza venga esclusa dai toni della politica e anzi che la violenza verbale venga equiparata a quella fisica;
Punto sei: abrogare il decreto sicurezza di Matteo Salvini.

Se avessero aggiunto un settimo punto per chiedere la Pace nel Mondo avrebbero potuto anche ambire al titolo di Miss Universo.

Una presunta Italia fascista e razzista

Sei punti pieni di nulla. Il vuoto cosmico. Quando dicevo che questo ennesimo fenomeno mediatico rappresentasse il fondo del barile, non parlavo a caso. Nelle piazze cantano “bella ciao”, nelle chiese cantano “bella ciao”, nel parlamento europeo cantano “bella ciao”,… in quel luogo in cui si realizza il piano di distruzione del nostro Paese, i kapò italiani ed i conquistatori franco-tedeschi CI SFOTTONO cantando una canzone simbolo della lotta di liberazione dal dominio straniero!

Salvini diventa l’oppressore fascista, i burocrati di Bruxelles i nostri liberatori. La confusione è servita.

In Italia vi sarebbe un ritorno al fascismo! Il che è vero, la comunità europea rappresenta proprio un regime fascista e l’euro è il suo manganello.

Gli italiani sarebbero razzisti. Salvini sarebbe il gran visir dei razzisti e la lega un partito razzista. È vero, gli italiani sono razzisti. E chi sono? Sono quelli che vorrebbero riempire le nostre campagne di lavoratori immigrati pagati pochi euro al giorno e che vivono in baracche di lamiera in condizioni disumane. Sono quelli che vorrebbero i porti aperti e danno per scontato che queste persone lavorino in regime di semi schiavitù.

Sono le persone come Erri de Luca che ha il coraggio di pubblicare questo articolo (in foto), in cui pretende di insegnare a Salvini cosa è il razzismo.

L’articolo di Erri De Luca

Dimostrando, suo malgrado, di essere LUI un razzista. Un razzista ed uno schiavista. Leggiamo insieme alcune sue frasi.

“In economia la rinuncia all’impiego di manodopera immigrata a basso costo è atto di autolesionismo”. Lo ha scritto veramente, non me lo sono inventato. BISOGNA accogliere questi disgraziati perché la nostra economia ha bisogno di schiavi. Qualcuno si preoccupa della sorte di queste persone? Certo che no, sarebbe antieconomico.

E ancora, secondo il nostro grande intellettuale, gli slogan di Salvini non riescono a “convincere la nostra manodopera a lavorare nei campi a 3 euro all’ora dall’alba al tramonto”, che stronzi questi italiani eh? Non vogliono fare gli schiavi, come osano? Però cosa ci dice De Luca? Che i razzisti sono quelli che si oppongono alla venuta di questi schiavi di cui la nostra economia AVREBBE bisogno.

Come dire, gli schiavisti dei nascenti Stati Uniti d’America non erano razzisti e la segregazione razziale rimasta fino a pochi decenni fa non era razzismo, eh no, chi lo pensasse sarebbe affetto da disturbo della percezione!

La nostra futura classe dirigente!

Costui era il 14 dicembre a Roma a fare la sardina.

Il Grande Manovratore

In tempi non sospetti Mario Monti aveva chiesto la comparsa di una “Greta” del debito pubblico. Una persona che sensibilizzasse le genti alla necessità di tenere i conti in ordine, alla necessità di sacrificare le loro vite ed il loro futuro ad un bene superiore: quello della finanza! Ed abbiamo avuto la comparsa delle sardine. Non è un caso.

Come rispondono le sardine ai grandi temi della Politica italiana? Loro si affidano ai “competenti”, cioè, a quelli come Mario Monti. A quelli che ritengono la Grecia un grande successo dell’euro. Perché avrebbe insegnato loro a tenere i conti in ordine, anche se al prezzo di qualche sacrificio, le istanze della Finanza vengono prima della vita delle persone. I “competenti” dovrebbero occuparsi dei “Massimi Sistemi”. Come lasciare Homer Simpson chiuso in un negozio di ciambelle.

La Greta del “debito pubblico” è servita.

Mattia Santori e Greta Thunberg

Siamo di fronte ad una popolazione di schiavi, privi di una visione corretta dei problemi generali e reali. Nel suo romanzo “1984”, George Orwell aveva previsto tutto. Ecco cosa scriveva:

“Perfino quando in mezzo a loro serpeggiava il malcontento (il che, talvolta, pure accadeva), questo scontento non aveva sbocchi perché, privi com’erano di una visione generale dei fatti, finivano per convogliarlo su rivendicazioni assolutamente secondarie. Non riuscivano mai ad avere consapevolezza dei problemi più grandi”.

Possiamo solo sperare che questo ennesimo esperimento di ingegneria sociale abbia termine lasciando il minor danno possibile!

E che la fantasia di un romanziere torni ad essere solo una fantasia.

 

AUDIO

 

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