Orto Botanico in un pomeriggio estivo

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L’orto botanico di Padova è uno dei siti naturali e culturali Unesco nella mia città. Da ben 47 anni ci passeggio davanti almeno una decina di volte l’anno, eppure è lì che aspetta di farsi visitare dal 1545.

Situato tra Prato della Valle e la Basilica del Santo, occupa circa due ettari di terreno e vanta il primato di essere l’orto più antico al mondo ancora sito nella sua collocazione originaria.

Il suo scopo primordiale è quello di coltivare piante medicinali che si trovano in natura, l’università patavina dimostra subito la necessità che tale luogo sia conservato, ampliato per gli studi farmaceutici e medicali. I furti continui di piante crea la necessità di costruire una recinzione Hortus Cintus , oggi ancora visibile, che servirà a preservare il patrimonio naturalistico. Nei secoli l’orto diviene fulcro di scambi di idee, innovazioni e tecniche per la coltivazione e la tutela delle piante a livello mondiale.

 

Proprio per questo, nel 1997, l’ Unesco decide di introdurlo tra i suoi siti sostenendo che esso rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la natura e la cultura. Nel 2014 viene inaugurata una nuova zona intitolata il Giardino delle Biodiversità; un insieme di serre in cui si possono visitare più di 1300 specie di piante divise per zone climatiche. L’acqua che serve per l’irrigazione deriva dalla raccolta delle piogge e da un pozzo artesiano profondo 284 metri. I pannelli fotovoltaici producono energia e le serre sono rivestite da una pellicola che è in grado di sfruttare i raggi ultravioletti abbattendo l’inquinamento. La natura protegge e preserva se stessa in un equilibrio che lascia il visitatore incantato e appagato proprio come descrive Grimal scrivendo…la forma più alta di vita è quella che Dio promette nel suo paradiso, è il godimento di un meraviglioso giardino…

 Elisa Brigo

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