Palma Bucarelli e Peggy Guggenheim: le sfumature dell’arte
Due donne, due nazioni, due vite così lontane eppure così simili;
vite nate nei primi del Novecento che combattono per proteggere e tutelare ogni forma d’arte e che nello stesso momento lo estendono alla figura femminile ancora colpita dai pregiudizi di un mondo maschile che non crede alle capacità organizzative e decisionali di una donna. La Bucarelli nasce nel 1910 in una famiglia borghese romana che le permette di studiare e laurearsi e divenire ispettore alle antichità e alle Belle Arti. Nel 1941 diviene direttore della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e durante il secondo conflitto salva molte opere d’arte nascondendole a Castel Sant’Angelo e a Villa Farnese. Donna di grande fascino e cultura è riuscita a promuovere l’arte contemporanea facendola entrare nelle sale dei musei e favorendone la comprensione al grande pubblico grazie a mostre didattiche e conferenze. La forte personalità le permette di ottenere grandi successi ma anche feroci critiche non a caso affermerà….in amore come nella vita c’è chi ama e chi si lascia amare. Le battaglie burocratiche e l’interrogazione parlamentare subita per un’opera di di Burri danno vita ad un mal di vivere che sembra farla vacillare ma che così non sarà, si difenderà sempre con trasparenza e precisione affidando ad ognuno dei suo interlocutori la scelta di amarla o di odiarla ma sempre con rispetto e correttezza.
Peggy Guggenheim, invece, nasce a New York nel 1898, figlia di Benjamin e nipote di Solomon, rimane orfana di padre a 14 anni ed eredita 2,5 milioni di dollari che saranno punto di partenza per realizzare il suo desiderio. Nel 1922 sposa Laurence Vail e grazie a lui stringe delle amicizie con artisti europei, impara in breve tempo ad apprezzare l’arte e a collezionare opere. Il suo motto..comperare un quadro al giorno le permetterà di trasformare la sua collezione privata in un vero e proprio museo; nemmeno il secondo conflitto mondiale la farà demordere. Quando a Parigi la situazione per gli ebrei precipita decide di tornare in America ma finita la guerra Peggy esporrà la sua collazione alla XXIII Biennale di Venezia e si trasferirà a Palazzo Venier fino alla sua morte. L’obiettivo principale della collezionista americana era aiutare gli artisti emergenti dando spazio ad opere cubiste, astratte, surreali. Nel 1951 la sua casa diviene un museo aperto al pubblico anche se la collezione verrà ospitata in tutti i musei internazionali.
Due donne e una vita dedicata ad amare e a far comprendere l’arte come espressione non solo del visto ma anche del pensato.
“Io non sono una collezionista. Io sono un museo”. Peggy Guggenheim
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