Donald Trump: analisi di un attacco!
Il Presidente Donald Trump sotto ricatto? Gli USA sono consapevoli delle conseguenze di alcune loro azioni? Il Diritto Internazionale ha fallito, la prepotenza di un Paese egemone non avvezzo a rispettare le regole ha colpito ancora. L’Iran, dopo tanti anni, è stato attaccato dalla forza militare degli Stati Uniti.
Chi era Donald Trump prima di candidarsi alla presidenza?
Donald Trump era un palazzinaro, miliardario, amante dello spettacolo e delle belle donne… (mi ricorda qualcuno). Era amico dei Clinton, era amico del partito Democratico. Arriva poi la candidatura con il partito Repubblicano – Dio solo sa quale sia la differenza – proprio contro colei che un tempo era una sua cara amica: Hillary Clinton.
Per noi, europei, rappresentava una speranza! Per molti “sovranisti” o sedicenti tali, Trump avrebbe dato quel supporto geopolitico necessario per smantellare l’Unione Europea e recuperare le nostre Sovranità Nazionali. Io non ho visto ancora nulla.
Quello che vedo, invece, è una moltitudine di politici italiani che si ostina a voler confondere l’Imperialismo americano e il nazionalismo trumpiano con quel SOVRANISMO di cui NOI parliamo e scriviamo da anni: malafede, ignoranza, c’è di tutto. Questi politici – in ogni caso – sono gli stessi che hanno distrutto la nostra Costituzione, il nostro assetto industriale e devastato i servizi pubblici attraverso lo smantellamento dell’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) e le privatizzazioni seguenti.
Un servizio pubblico, PER DEFINIZIONE, non deve produrre profitti. La rete autostradale in mani private produce profitti privati e disservizi pubblici, con decine e decine di morti. Basterebbe solo questo per capire che il percorso intrapreso anni fa sia stato dettato da chi aveva a cuore la distruzione della Sovranità Popolare, il cardine della nostra Costituzione e della nostra democrazia.
I primi risultati di Trump
Bene, Trump, a casa sua, ha inasprito il nazionalismo americano ed è riuscito a far ripartire l’economia USA. È un fatto, ci sono i numeri. Avrebbe dovuto, quindi, conquistare la fiducia di quella stampa, corrotta e prezzolata, che ha fatto di tutto per contrastare la sua elezione. Invece no. Ha risolto in maniera brillante una situazione di crisi con la Corea del Nord.
Molti già pensavano a una escalation nucleare, e molti davano per certo che Trump avrebbe scatenato una terza guerra mondiale. Avete visto qualcosa? Io no. Trump aveva promesso di porre un freno alle varie occupazioni militari USA in giro per il mondo. O, quantomeno, di porre un freno alle fin troppe morti tra i civili del Medio Oriente. Il premio nobel per la Pace, Obama, ha sulla coscienza migliaia e migliaia di morti per gli anni della sua reggenza! Trump? Nessuno! O quasi. Nessuno, fino al 3 gennaio 2020.
Cos’è il terrorismo?
Per capire quello che è successo in Iran bisogna comprendere quali sono i reali problemi di Trump. Ma, prima ancora, bisogna comprendere cosa si nasconde dietro quel fenomeno noto alla Storia come “terrorismo islamico”. È mai esistito il terrorismo islamico? Esiste adesso? E contro chi combatte? Ma, prima ancora, cos’è il terrorismo?
Chiediamolo ad un alfiere del terrorismo:
“La differenza tra il rivoluzionario e il terrorista risiede nella ragione per cui combatte. Per chi sta da una causa giusta e combatte per la libertà e la liberazione della sua terra dagli invasori, i coloni e colonialisti, non può essere chiamato terrorista, altrimenti gli americani nella loro lotta per la liberazione dai colonialisti britannici sarebbero stati terroristi; la resistenza europea contro il nazismo sarebbe stato terrorismo, la lotta dei popoli asiatici, africani e latino-americani sarebbe terrorismo, e molti di voi che sono in questa Assemblea sono stati considerati terroristi” era Yasser Arafat!
Un terrorista – nell’accezione comune del termine – è colui che mette in discussione le nostre più elementari sicurezze personali, inducendo in noi, appunto, terrore e paura per il futuro! Un civile iracheno vive con la paura di finire ucciso da un cecchino, da una bomba o da un drone? Costui sarebbe un terrorista o una vittima del terrorismo? Quanti civili iracheni sono morti a causa del terrorismo americano? Migliaia e migliaia. Ma i soli terroristi sarebbero gli islamici.
11 settembre 2001: una manipolazione?
Abbiamo visto in mondovisione e a reti unificate l’evento terroristico che ha dato inizio al nuovo millennio. Nel 2001 siamo stati testimoni del più sensazionale esempio di manipolazione mediatica. Siamo stati indotti a dare per scontati dei fatti assurdi, contrari alle più elementari Leggi della Fisica e del banale buon senso.
Iniziava a pieno titolo la terza guerra mondiale. Ma della guerra aveva solo una parvenza, rimaneva atipica, mediatica, a tratti finanziaria. Paesi Sovrani e INNOCENTI hanno pagato per quella che era l’azione deliberata delle presunte vittime. Un cortocircuito logico che ha impedito a molti di comprendere la Verità.
Fatto fuori Bin Laden, creatura della CIA in chiave anti-sovietica, e smantellata Al Qaeda, compare sulla scena l’ISIS. L’esercito USA e il generale iraniano ucciso erano fianco a fianco nella lotta contro l’ISIS… quella stessa ISIS che era l’ennesima creatura americana.
Eh sì, da una parte la CIA crea il nemico e dall’altra l’esercito lo combatte. L’effetto qual è? Un gran casino! E in questo casino gli americani gestiscono il flusso di materie prime – non solo petrolio – mentre le popolazioni locali non hanno tempo e modo di costruire una propria economia ed emanciparsi dal dominio straniero. Una situazione di crisi perenne rappresenta il tessuto fertile per ogni Imperialismo che si rispetti e che sia degno di questo nome.
Donald Trump e i problemi “a casa sua”
Torniamo, quindi, al discorso di cui stavo parlando prima. Quali erano i reali problemi di Trump prima del 3 gennaio 2020? Facile da dire:
- La causa di impeachment che tiene Trump sotto ricatto!
- Vincere le prossime elezioni
Adesso, chiediamoci se l’uccisione di questo generale poteva in qualche modo risolvere i suoi problemi. A mio modo di vedere no.
Sappiamo che Trump non ha vita facile a casa sua. Sappiamo che esiste un “Deep State” che lo vuole costringere a “obbedire”. Ma cos’è questo Deep State? Si tratta di un potere parallelo a quello del Presidente, costituito da tutti quegli uomini che occupano posti di potere non elettivi.
Sono, quindi, quegli uomini che restano quando i Presidenti cambiano. Sono militari, agenti dei servizi segreti, lobbisti di varia natura. Il Presidente degli Stati Uniti – pur essendo il Capo delle Forze Armate – non può comunque fare molto contro chi ha modo di agire attivamente sul campo.
Per un generale, per un ufficiale, la guerra è l’unica condizione che gli assicura una pronta e rapida carriera, quindi, la desidera, l’agogna, la brama. Il Generale Soleimani è stato ucciso da un drone.
Bisognava conoscere la sua posizione – compito della CIA – e poi bastava un operatore a distanza per lanciare un missile da un drone. Un Presidente non può nulla contro una tale operazione.
A questo punto Trump che non può mostrarsi debole, che è sotto ricatto per una ridicola accusa di impeachment, che non può in alcun caso denunciare un’azione sottobanco da parte dei servizi segreti, si vedrebbe costretto ad assumersi la responsabilità dell’attacco.
Cronologia dei fatti
All’indomani del 3 gennaio già si parlava, di nuovo, di conflitto nucleare. Certi menagrami non si arrendono mai. Alla cerimonia funebre abbiamo visto un mare di persone e ben 56 iraniani sono morti per la calca.
Il popolo iraniano chiedeva una pronta e sicura risposta.
Alle 00:28 dell’8 gennaio parte l’operazione “Soleimani Martire”. L’Iran manda diversi missili contro due basi irachene che erano in pre-allerta da 48 ore e tutti i militari si trovavano nei bunker. Nessun morto! 22 ore dopo vengono lanciati due razzi nella Green Zone di Baghdad, sede di diverse ambasciate compresa quella americana. Ancora nessuna vittima. Le autorità iraniane avevano deciso di reagire senza provocare alcun morto! Mostrando agli USA la loro capacità di reazione.
Nessuna delle parti vuole una escalation, così almeno dichiarano, men che meno una guerra. Peccato però che 4 ore dopo il primo attacco iraniano, un aereo ucraino appena partito dall’aeroporto di Baghdad, veniva abbattuto da un missile iraniano perché scambiato per un aereo nemico. Responsabilità prontamente riconosciuta dalle autorità iraniane, 176 morti! Noi per Ustica stiamo ancora aspettando!
Otto ore dopo il primo attacco, nei pressi dell’unica centrale nucleare del Paese, avvengono una serie di scosse telluriche di magnitudo superiore a 4. Questa centrale si trova proprio sopra una faglia della placca tettonica araba ed il 27 dicembre 2019 vi era stata una scossa del 5.1, strano che tale sisma abbia scatenato le fantasie del web. L’Iraq, 11 ore dopo l’attacco, annuncia che l’Iran aveva avvisato di un imminente attacco contro gli americani in territorio iracheno!
Un primo bilancio
È molto difficile distinguere le balle dai fatti, ed è molto difficile – se non proprio impossibile – distinguere i buoni dai cattivi. Il generale iraniano si trovava in Iraq per una missione diplomatica, si sentiva, quindi, al sicuro da eventuali attacchi. Il pragmatismo americano, invece, ha prevalso! Dopotutto il Diritto Internazionale non è uno scudo in grado di proteggere le vittime dell’imperialismo dalle bombe! E certi Paesi non sono diventati egemoni rispettando le regole.
Io propongo 3 scenari per cercare di capire cosa è successo e cosa accadrà in futuro.
Primo scenario
Trump aveva dato l’ordine di uccidere Soleimani, e i militari hanno approfittato della condizione favorevole per eseguire l’ordine. L’Iran ha risposto in maniera mite all’attacco per evitare una escalation e non perdere la faccia con il popolo che chiedeva vendetta! Il sisma è solo una coincidenza perché, dopotutto, mica si possono generare dei terremoti! E l’aereo abbattuto una fatale disgrazia!
Gli USA continueranno la loro pressione militare nell’area – anche e soprattutto – per proteggere Israele, controllare i flussi del petrolio e perché no, alimentare e sostenere una rivolta popolare per rovesciare l’attuale regime iraniano. Dopotutto i neocon americani, quei cari “ragazzi” che vogliono esportare la democrazia a suon di bombe, hanno l’Iran nel loro mirino da diversi anni.
Secondo scenario
Trump non aveva in alcun modo dato l’ordine di uccidere chicchessia, ma l’esercito avrebbe agito di propria iniziativa, costringendo il Presidente ad assumersene ogni responsabilità. Avremmo, quindi, un Presidente dal potere molto limitato, troppo preso dall’impeachment, interessato solo alla propria rielezione, e ostaggio dei neocon e di quel “deep state” contro cui combatterebbe dal 2016. Il potere militare avrebbe in pugno la Presidenza.
Si capirebbe, quindi, il motivo per cui il Pentagono avrebbe risposto picche ad una commissione senatoriale repubblicana che chiedeva chiarimenti su quanto accaduto. Era stato detto che Soleimani preparasse un attacco contro gli USA e che, quindi, andava fermato in ogni modo. Ma il Pentagono si è rifiutato di dare chiarimenti in merito, anzi, ha invitato il Senato a non impicciarsi più in tali faccende anche in caso di un eventuale attacco militare contro l’Iran.
Non è certo un comportamento conforme alle regole della presunta prima democrazia al mondo.
Terzo scenario
Sembrerebbe che il generale avesse ambizioni politiche, e che non fosse ben visto dall’attuale regime. Oltretutto dicono che l’assetto militare iraniano sia tale da rendere ogni persona non fondamentale e sostituibile in qualunque momento, quindi, se anche vi fosse in preparazione un attacco terroristico contro Israele o gli Stati Uniti, la morte di Soleimani non avrebbe fermato nulla.
Le solite malelingue affermano che la sua morte non fosse malvista dal regime. Qualcuno mette anche in discussione la morte stessa del generale. Infatti quel che ne è rimasto è la sola mano sinistra! Proprio quella in cui il generale portava sempre un anello! Da questo anello e da successivi esami del DNA avrebbero identificato il cadavere.
La reazione mite del regime iraniano, che non ha provocato morti, sarebbe quindi ben giustificata. A questo punto che Trump sapesse o meno dell’attacco del drone, non farebbe alcuna differenza. La prepotenza dei militari che si rifiutano di rispondere ai senatori repubblicani non sarebbe altro che un vano tentativo di nascondere questa collusione. Nel futuro, quindi, il regime iraniano dovrebbe restare al suo posto e nulla dovrebbe cambiare. L’attuale assetto geopolitico dell’area soddisfa il regime iraniano, soddisfa gli USA e mantiene lo status quo, nel quale fare affari e prosperare!
Dove stia la verità non lo so
Magari si trova ancora altrove. Ma io penso sia una combinazione lineare di questi tre scenari. Quindi, Trump sapeva e non sapeva… Soleimani era ben visto ed era malvisto, parte del popolo lo amava e parte del popolo non lo amava. Ognuno valuti in base alle proprie sensazioni. Quel che resta immutato è l’imperialismo americano.
[revisione di Silvia Ponzio]
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