Villa Valmarana ai Nani e gli affreschi del Tiepolo

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Villa Valmarana ai Nani e gli affreschi del Tiepolo

(in apertura: foto di Giulio Vallortigara Valmarana – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=36760405)

 

Villa Valmarana “ai Nani”, situata alle porte della città di Vicenza, è diventata celebre per essere la dimora del ciclo di affreschi di Giambattista e Giandomenico Tiepolo.

A differenza delle numerose ville di proprietà della famiglia nobiliare dei Valmarana questa dimora è conosciuta con il nomignolo “ai Nani“.

Foto di Andrewrabbott – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27769715

 

La leggenda narra

che nella villa vivesse la figlia del signore, e che appunto fosse una nana. Proprio per nascondere questo difetto fisico, tutti i custodi e i servitori furono appositamente scelti tra i nani; ma quando nella villa entrò un principe, alla sua vista la ragazza si accorse del suo problema, e disperata, …si tolse la vita gettandosi dalla torre.

Motivo per quale i nani rimasero pietrificati dal dolore.

Leggende a parte, il soprannome prese vita per la singolare particolarità delle sue mura di cinta, ove giacciono, rivolti verso l’esterno, 17 statue di nani. Secondo alcuni studiosi pare che le bozze siano state disegnate proprio da Giandomenico Tiepolo.

 

Villa Valmarana ai nani, è costituita da tre parti:

la Palazzina, la Foresteria e la Scuderia. Il tutto giace circondato da un giardino all’italiana,  dove si possono vedere la quinta scenica e il pozzo.

All’interno della Palazzina si possono ammirare gli affreschi dei Tiepolo che fanno rivivere brani dei poemi omerici dalle scene di guerra, a quelle d’amore e di sacrificio.

 

Attraversando le sale, numerose fotografie immortalano la vita della famiglia Valmarana, che ancora oggi vive in una parte della villa.

Tra le varie testimonianze in visita alla villa, ricordiamo W. Goethe: “Oggi ho visitato la villa Valmarana decorata dal Tiepolo, che lasciò libero corso a tutte le sue virtù e alle sue manchevolezze. Lo stile elevato non gli arrise come quello naturale, e di quest’ultimo ci sono qui cose preziose, ma come decorazione il complesso è felice e geniale”.

 

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