Qual è la risorsa più preziosa del mondo? Il tempo e i ladri di tempo?
Qual è la risorsa più preziosa del mondo? Il tempo, ma ci sono ladri di tempo!
Quando ero piccola credevo che il tempo non passasse mai, volevo diventare grande. Poi ho compiuto la maggiore età e il tempo da allora passa più in fretta.
Il tempo che passa non è un fatto solo psicologico, molte cose sono cambiate nella nostra società e molti dei compiti che ci siamo assunti lo richiedono sempre più. Le cose si sono modificate con la speranza di “risparmiarlo” e di risparmiare….però facciamo un lavoro gratis.
Vi faccio alcuni esempi: un tempo una persona pagata per farlo, se volevamo biglietti aerei, ce li prenotava.
Il bigliettaio in stazione ci vendeva l’accesso al treno o al bus, le sigarette ce le consegnava il tabaccaio, la benzina ce la mettevano gli addetti e i distributori automatici di caffè e di merendine non esistevano perché era il barista a rifornirci o il negoziante.
Sono questi alcuni spunti di riflessione che ho acquisito in questo periodo di “fermo forzato”, ci viene rubato il tempo e con esso posti di lavoro.
Esisteva il rapporto umano e esisteva la remunerazione per un lavoro
Ora ci facciamo tutto, tra poco anche i supermercati non avranno più le casse e un freddo codice a barre ci farà il conto. Staremo a casa, nel poco tempo che ci rimane dopo aver fatto il bancomat, rifornimento di carburante e spesa oppure acquisti on line, scaricheremo con i figli le audio-lezioni e forse ci resterà il tempo per un libro o per un hobby, a casa. Il valore nascosto di tutto questo è che stiamo di più con i figli e loro entrano anche nella quotidiana operatività lavorativa. Non per il coronavirus, staremo a casa, perché siamo esausti e perché non c’è più ragione di stare in giro, molte aziende opteranno per utilizzare il lavoro da casa quando possibile. Saremo sempre meno occupati con salario e sempre più impegnati in cose non remunerative che paghiamo noi per “fare”. L’azienda sta praticamente dicendo lo paghi meno ma una parte del lavoro la finisci tu.
Ora la puntualità ha un valore estremo
Il commercialista si fa pagare a ore quando fa una telefonata la cronometra, tutto il mondo funziona come un immenso orologio di precisione. I fast food sono nati per far perdere meno tempo possibile nella pausa pranzo dei lavoratori e oggi il pranzo e il pagamento nei fast food sono automatizzati come la maggior parte delle lavorazioni del cibo. Persino la pausa in bagno, nelle fabbriche dove necessita l’opera umana, è monitorata, questo in onore del tempo. Sottovalutiamo la fortuna di avere momenti di silenzio e di pace in cui ritroviamo noi stessi. Per recuperare questo spazio-tempo ora paghiamo workshop e corsi di gestione dell’agenda, tempo di cui siamo divenuti schiavi. Abbiamo iniziato a credere che se esso non viene utilizzato per produrre profitto si tratta di “tempo sprecato”.
L’unico momento che può essere degno di essere chiamato vita, è quando faccio ciò che desidero, può anche essere un lavoro creativo, ma lo svolgo perché lo desidero, perché mi soddisfa. Mi rende consapevole e felice?
Ri-creazione
Uso il mio tempo e mi ri-creo, ne ho bisogno. Se questo non può accadere sono uno schiavo del tempo.
Abbiamo complessivamente 650000 ore a disposizione, sottraendo quelle di sonno e lavoro ne restano 350000 che in teoria dedichiamo alle cose che ci piacciono. E’ allora che intervengono i ladri di tempo, e non rimane granché, i dirigenti mettono a lavorare i consumatori, loro non necessitano di assunzione e indennità varie, gli impiegati tradizionali stanno scomparendo. In questo modo permettiamo alle aziende di rubare posti di lavoro.
L’economia dell’attenzione
In media passiamo tre/quattro ore sui social al giorno, permettendo alle aziende di marketing di vendere il nostro profilo e i nostri gusti. Sui social non facciamo grandi acquisti ma tanti piccoli micro – acquisti, ma sui social ognuno di noi ha un valore per quello che può portare nell’arco della nostra vita. La domanda che si fanno è: quanto valore prevediamo che apporteranno?
I consumatori da un po’ di tempo sono più consapevoli di quanto siano immersi nella gestione da parte dei media del loro tempo e si stanno timidamente ribellando.
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