L’Oasi Cervara
L’Oasi Mulino Cervara
Sito a Santa Cristina di Quinto di Treviso, è una riserva naturale di 25 ettari, a tutela di un ambiente palustre di elevato pregio naturalistico.
Fa parte della Rete Natura 2000, come Sito di Interesse Comunitario (S.I.C.) e zona di protezione speciale (Z.P.S.); è rifugio di fauna selvatica e conservazione di flora che nasce spontanea sui canali alimentati dalle risorgive del fiume Sile (in dialetto fontanassi).
Acque quest’ultime, che emergono dal sottosuolo e alimentando la palude, danno vita al corso del fiume stesso.
Il Sile,
lungo circa 95 km, è un fiume di risorgiva unico in Italia e il più lungo d’Europa.
Non nasce da sorgenti montuose o collinari ma affiora da polle d’acqua che risalgono dalla profondità della terra in pianura; si tratta delle sorgenti di Casacorba e Vedelago (TV) e Torreselle di Piombino Dese (Pd).
La sua foce naturale fino alla fine del 1600, era sita nella laguna di Venezia, …poi il suo corso è stato deviato con un canale detto Taglio del Sile che lo unisce al Piave e poi defluisce nel Mar Adriatico.
La riserva,
dove convivono due ambienti, la palude a canneto e il bosco umido, é un lembo di terra sopravvissuto alle opere di bonifica perpetratesi (metà del ‘900). È un luogo gestito da un’azienda privata che si dedica all’attività didattica con un innovativo laboratorio dedito alla conservazione naturalistica.
Offre la fruizione a migliaia di visitatori, non solo naturalisti e birdwatchers, ma anche a famiglie con bambini, scolaresche e a tutti coloro che ricercano un contatto con la natura.
Ospita prevalentemente specie animali che vivono allo stato selvatico.
In particolare, l’Oasi ha avviato due progetti speciali per fare avvicinare i visitatori alla fauna selvatica:
· Un nido per la Cicogna, grazie al quale l’oasi sta aiutando il ritorno della Cicogna bianca;
· La Selva dei Gufi, dedicato all’incontro ravvicinato e alla scoperta dei rapaci notturni europei.
Oggi in Italia ci sono pochissimi esemplari di cicogna bianca. Dopo secoli di vuoto, dal 1600 solo dopo il 1980 stanno tornando. Tutto grazie ad alcuni centri nati per aiutare questa specie a trovare un ambiente ideale, con lo scopo di creare una popolazione residente capace di attrarre altre a fermarsi.
Il Mulino di Cervara
Esistono riferimenti storici che ne documentano l’attività già nel 1325.
Da allora, il mulino ha attraversato gli ultimi sette secoli, trasformandosi in funzione delle esigenze del lavoro e delle tecniche dell’arte molitoria, rimanendo produttivo sino agli inizi del ‘900.
Successivamente, venne progressivamente abbandonato.
Nel restauro, è stata ricostruita la ruota ed è stata rimessa in funzione la macina in pietra per la farina di mais.
Isabella Fiore
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