Come stiamo vivendo tutto questo bambini?
Come stiamo vivendo tutto questo bambini?
Ormai da giorni i bimbi non vanno a scuola, stanno scoprendo e riscoprendo come stare a casa, possa avere insieme positivo e negativo. All’inizio ho visto in mio figlio entusiasmo per avere più tempo da dedicare a giochi e TV. Poi una volta che l’idea di una breve interruzione si è trasformata in un periodo indefinito, prima che intervenisse la noia, le maestre si sono organizzate dando i compiti direttamente sul sito della scuola nella sezione ‘didattica’, caricando messaggi scritti, istruzioni e video-lezioni su YouTube. Sono state molto brave, devo dire, hanno dimostrato di tenere tanto al rapporto umano e alle sensazioni dei bambini, oltre che alla loro preparazione che veniva messa a rischio da uno stop prolungato. I compiti vertono sul loro “sentire”.
L’altra sera è stato organizzato uno zoom di prova in webinar per testare il programma e valutare se si potrà eventualmente usare anche per delle lezioni dal vivo. C’erano quasi tutti i bimbi che con l’aiuto dei genitori chi con PC, chi con smartphone, si sono collegati e scambiati mezz’ora di considerazioni. Altra cosa bella accaduta: una maestra ha chiesto ai bimbi di scriverle una mail per sentire la loro vicinanza.
Questa situazione ci ha “obbligato” a considerare le nuove tecnologie come alleate per continuare a sentirsi insieme, chi lo avrebbe detto…la credenza che avevo era che la troppa tecnologia divide e non unisce.
Oggi su WhatsApp, nel gruppo di classe è arrivata questa poesia per i nostri ragazzi, la condivido con voi.
È di Roberto Piumini, poeta Italiano, che il 14 marzo ha compiuto 73 anni, molto presente come scrittore sui libri di testo delle elementari.
L’Humanitas di Milano gli ha chiesto di scrivere di coronavirus per i bambini, in modo rigoroso ma senza ansia e paura.
Ecco la sua filastrocca:
Che cos’ è che in aria vola?
C’ è qualcosa che non so?
Come mai non si va a scuola?
Ora ne parliamo un po’ .
Virus porta la corona,
ma di certo non è un re,
e nemmeno una persona:
ma allora, che cos’ è?
È un tipaccio piccolino,
così piccolo che proprio,
per vederlo da vicino,
devi avere il microscopio.
È un tipetto velenoso,
che mai fermo se ne sta:
invadente e dispettoso,
vuol andarsene qua e là.
È invisibile e leggero
e, pericolosamente,
microscopico guerriero,
vuole entrare nella gente.
Ma la gente siamo noi,
io, te, e tutte le persone:
ma io posso, e anche tu puoi,
lasciar fuori quel briccone.
Se ti scappa uno starnuto,
starnutisci nel tuo braccio:
stoppa il volo di quel bruto:
tu lo fai, e anch’ io lo faccio.
Quando esci, appena torni,
va’ a lavare le tue mani:
ogni volta, tutti i giorni,
non solo oggi, anche domani.
Lava con acqua e sapone,
lava a lungo, e con cura,
e così, se c’ è, il birbone
va giù con la sciacquatura.
Non toccare, con le dita,
la tua bocca, il naso, gli occhi:
non che sia cosa proibita,
però è meglio che non tocchi.
Quando incontri della gente,
rimanete un po’ lontani:
si può stare allegramente
senza stringersi le mani.
Baci e abbracci? Non li dare:
finché è in giro quel tipaccio,
è prudente rimandare
ogni bacio e ogni abbraccio.
C’ è qualcuno mascherato,
ma non è per Carnevale,
e non è un bandito armato
che ti vuol fare del male.
È una maschera gentile
per filtrare il suo respiro:
perché quel tipaccio vile
se ne vada meno in giro.
E fin quando quel tipaccio
se ne va, dannoso, in giro,
caro amico, sai che faccio?
io in casa mi ritiro.
È un’ idea straordinaria,
dato che è chiusa la scuola,
fino a che, fuori, nell’ aria,
quel tipaccio gira e vola.
E gli amici, e i parenti?
Anche in casa, stando fermo,
tu li vedi e li senti:
state insieme sullo schermo.
Chi si vuole bene, può
mantenere una distanza:
baci e abbracci adesso no,
ma parole in abbondanza.
Le parole sono doni,
sono semi da mandare,
perché sono semi buoni,
a chi noi vogliamo amare.
Io, tu, e tutta la gente,
con prudenza e attenzione,
batteremo certamente
l’ antipatico birbone.
E magari, quando avremo
superato questa prova,
tutti insieme impareremo
una vita saggia e nuova.
Bell’articolo Monica e bella la poesia… Sì, rivalutiamo lo stare in casa ed anche la tecnologia… Qualcosa di buono ci rimarrà da questa esperienza. Grazie..
Certo che sì, ogni difficoltà che incontriamo ha un motivo, serve per crescere. ..e dopo aver passato la tempesta non saremo più gli stessi di prima.