IL MONDO NASCOSTO: 2 parte.
“La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplicemente l’assenza di malattia o infermità”.
Continua l’informazione sui vaccini. Oggi parleremo di come si preparano e la differenza tra vaccini iniettabili e non.
Preparazione di un vaccino: Organismi attenuati o uccisi, come il vaccino per la poliomielite, il morbillo, la rabbia, il tifo e la febbre gialla.
L’attenuazione di un microbo (batterio o virus) si ottiene coltivandolo in cellule o tessuti prelevati da animali diversi dal donatore di partenza, anche se recentemente vengono utilizzati parti prelevate da feti abortivi umani!
Questo procedimento è molto pericoloso per due motivi. Il primo riguarda il rischio reale da parte del microbo del vaccino di perdere la sua attenuazione e riprendere in pieno la sua virulenza che fondamentalmente consiste nella capacità di replicarsi invadendo l’organismo ospite.
Si assiste così ad un paradosso (qui si parla solo dell’aspetto che riguarda i bambini umani, ma si può estendere anche agli altri animali): il microbo del vaccino iniettato viene isolato dai tessuti di un umano malato, viene fatto passare attraverso cellule e strutture di altri animali e reimmesso in un ambiente umano che rappresenta il suo terreno di crescita ideale!
Appena somministrato scatta il programma di apoptosi protettiva che, come più volte ripetuto, porta al suicidio programmato dei linfociti (che sono i latori dell’informazione ricevuta dagli antenati verso quell’agente patologico esterno, ne abbiamo parlato nella prima parte) in grado di riconoscerne gli antigeni, per cui l’agente microbico circola liberamente e incontrastato nel corpo del ricevente e va a localizzarsi in quelle strutture che sono più idonee al proprio sviluppo (tropismo), e che di solito sono rappresentate dal Sistema Nervoso Centrale e Periferico, dove formano delle vere e proprie colonie.
La progressiva crescita di queste colonie li porta anche ad utilizzare il torrente sanguigno per portarsi verso l’esterno dove attraverso meccanismi tipo goccioline di Flügge (bollicine di vapore acqueo in sospensione nell’aria, assieme ad altri gas che la compongono, emesse durante la respirazione e l’elocuzione), oppure attraverso le fisiologiche eliminazioni, possono trasferirsi ad altri individui ricettivi innescando epidemie.
C’è da chiedersi quante delle epidemie attribuite al calo di soggetti vaccinati siano invece indotte dagli stessi soggetti vaccinati, secondo il meccanismo appena descritto!
Pensare di reintrodurre, in età adulta, tramite i vaccini, gli stessi microbi iniettati nell’infanzia è indicativo di quanto poco sia conosciuta da parte degli Immunologi la prima parte dello sviluppo del Sistema Immunitario e del suo programma di apoptosi protettiva.
Questa operazione comporterebbe, data l’avvenuta involuzione adolescenziale del timo, e quindi con la conclusione del programma di apoptosi protettiva, l’immunizzazione attiva verso tutti i costituenti del vaccino con l’associata acquisizione della memoria “not-self” a vita.
Questo, però, rappresenterebbe in breve tempo un grosso problema per il ricevente adulto, poiché esistono già degli equivalenti interni rappresentati da tutti gli antigeni microbici e sostanze vaccinali associate iniettati nell’infanzia e che erano state considerate come proprie dal programma di apoptosi protettiva, col risultato di scatenare una risposta autoimmunitaria che coinvolgerebbe non solo le colonie di microbi che fino a quel momento erano cresciute indisturbate, ma anche i tessuti su cui erano cresciuti e che messi allo scoperto sarebbero stati considerati come estranei e attaccati dai linfociti.
Tenuto conto che la maggior parte dei vaccini è stato creato per prevenire malattie neurologiche sarà in queste strutture che si verificheranno i danni più devastanti con aumento dei casi di Sclerosi Multipla, Sclerosi Laterale amiotrofica, Malattia di Alzheimer, ma anche di altre malattie che mettono in gioco il meccanismo del Cannibalismo diretto e filogenetico.
Questo è il secondo motivo. Infatti, anche se in piccolissima parte, i tessuti animali attraverso cui sono fatti passare i microbi, li seguono durante l’inoculazione condividendone le sorti: considerati come propri nell’infanzia ed estranei nell’età adulta.
Siccome gli animali di provenienza rientrano fra quelli commestibili, l’alimentazione di queste persone con prodotti di provenienza animale diventa incisiva nell’amplificare i movimenti autoimmunitari.
Con l’introduzione nella preparazione dei vaccini di tessuti provenienti da feti umani abortivi, non ci sarà da meravigliarsi se aumenteranno anche i casi di Malattia di Creutzfeld-Jacob, da cannibalismo diretto.
Molti dei vaccini in uso oggi sono formati da virus attenuati o da virus inattivati e nonostante i rischi che questa pratica comporta, a livello internazionale si continua la ricerca che come si può dedurre dalla semplice lettura dei metodi di produzione, si muove a tentativi maldestri, promuovendo nuovi tipi di vaccini che dovrebbero risolvere tutti i problemi sanitari del pianeta. (Un business stratosferico!)
Una pratica supportata da una teoria errata può solo generare una catena infinita di danni.
Questo è ciò che sta avvenendo con i vaccini iniettabili, che al dì là dei lauti guadagni che generano a chi li produce, stanno minando alla base la salute degli esseri umani e degli altri animali del pianeta.
Parlando di vaccini ho spesso ripetuto la parola “iniettabili”, questo perché i primi vaccini non lo erano.
Quando Jenner (fine ‘700) osservò che i mungitori di vacche col vaiolo presentavano una forma lieve della malattia ritenne che applicando sulla pelle di persone sane il pus proveniente dalle vescichette vaiolose di quelle persone malate poteva proteggerle dall’altrimenti mortale malattia.
La storia gli ha dato ragione e l’ha premiato col Premio Nobel per la Medicina.
Il vaiolo è ormai scomparso dal pianeta.
Quanti di noi sono stati vaccinati contro il vaiolo attraverso la scarificazione della cute del deltoide operata con un pennino intriso della soluzione vaccinica.
Pressoché tutte le persone che hanno fatto quella vaccinazione ne conservano i segni come cicatrice più o meno vistosa.
Poi fu la volta del vaccino di Sabin contro la Poliomielite assunto per via orale su un cucchiaio ricolmo di zucchero.
Anche in seguito alla somministrazione di questo preparato orale ci fu un calo dell’incidenza della malattia fino a toccare le Ø unità in alcune nazioni specie dei paesi dell’EST (Europa, Asia)
Quando cominciò ad affermarsi la tecnica vaccinica iniettabile (Salk) cominciarono i problemi, poiché la stabilità di questi prodotti era molto labile per cui è stato necessario aggiungere progressivamente sempre più sostanze stabilizzanti (attualmente in numero esorbitante e non giustificato!) e, stranamente, anche sostanze stimolanti le cellule del Sistema Immunitario poiché evidentemente l’antigene microbico da solo non era in grado di suscitare una risposta congrua.
Da ciò che avete appreso leggendo queste informazioni la causa della mancata risposta immunitaria è insita nel programma di protezione apoptosica attivo negli esseri umani dalla nascita fino ai 16 anni (periodo di fisiologica atrofia del Timo)
Purtroppo la crescita progressiva delle sostanze aggiunte all’antigene microbico è andata di pari passo con la crescita dei danni da vaccino, stimolata dalla pratica multivaccinale odierna.
Altro aspetto non trascurabile è che il bambino vaccinato è un serbatoio di microbi che, iniettati attenuati, riprendono la loro virulenza mantenendo attivi focolai di malattia che altrimenti sarebbe stati inesistenti.
Il mio invito è quello di fare propri i concetti di immunologia contenuti in queste informazioni datomi da un amico medico, e conseguentemente di mantenere un atteggiamento di astensione consapevole verso questa pratica fino al suo totale decadimento e scomparsa dal Pianeta Terra.
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